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Quali sono i nomi derivati nella lingua italiana?

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Quali sono i nomi derivati

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Quali sono i nomi derivati

La lingua italiana è ricca e variegata. L’Italiano è forse una delle lingue romanze più complesse. La sua grammatica è molto difficile. Quando uno studente straniero si accinge a studiare la lingua italiana , si lamenta sempre della difficoltà della sua grammatica, delle coniugazioni dei verbi e sulla vastità di nomi, avverbi e aggettivi. In questo articolo, in particolare, parleremo dei nomi derivati. Ma quali sono i nomi derivati? Perché si chiamano così?

L’origine della lingua italiana

Quali sono i nomi derivati

Il significato dei nomi deriva da lontano, così come la lingua italiana. Più di 5000 anni fa, una popolazione straordinaria , gli Indoeuropei un popolo che migrava di continuo, si espansero in tutto il mondo portando col loro la propria lingua. Con il passare del tempo, questa lingua assunse forme diverse nelle varie regioni dando luce a lingue diverse: indiano, greco, lingue slave, le lingue germaniche e il latino.

Dal latino ebbe origine la lingua italiana e moltissime lingue europee come , ad esempio lo spagnolo, il francese e il portoghese. L’Italiano era inizialmente caratterizzato da una grande varietà di dialetti che vennero successivamente unificati sul modello del volgare toscano.

La lingua italiana deriva dal latino che si era affermato come lingua ufficiale dell’impero romano. Da una grande lingua si forma un’altra grande lingua, motivo di orgoglio internazionale.

Nomi derivati in italiano

Quali sono i nomi derivati

Il nome è la parte più importante della lingua italiana. Ma quali sono i nomi derivati? Sono quelli che derivano da un altro nome. Tali nomi si formano a partire dall’aggiunta di particolari prefissi o suffissi che aggiunto a un nome primitivo possono cambiarne il significato o rafforzarlo.

I prefissi si aggiungono all’inizio di un nome, mentre i suffissi sono quelli che si inseriscono alla fine di una parola. Ecco alcuni esempi che ci aiuteranno a capire meglio di cosa stiamo parlando:

  • Campana → Campanile
  • Fiore → Fioraio.
  • Candela → Candelabro.
  • Cane → Canile.
  • Cielo → Celeste.
  • Fiore → Fioraio.
  • Libro → Libreria

In pratica, i nomi derivati sono formati dalla stessa radice del nome primitivo, Da buoni conoscitori della lingua italiana, sappiamo che i nomi sono formati da una parte invariabile , la radice, e una parte variabile, cioè la desinenza. Con l’aggiunta di un prefisso o di un suffisso o dalla combinazione di entrambi, diventano parole con un significato diverso da quello del nome primitivo dal quale derivano.

Differenza tra nomi derivati e nomi primitivi

Quali sono i nomi derivati

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Quali sono i nomi derivati

Per capire meglio questa logica, bisogna fare una differenza tra nomi derivati e nomi primitivi. I nomi primitivi e derivati sono dei nomi costruiti in due modi diversi. L’indicazione se il nome è primitivo o derivato è riportata sul dizionario di italiano.

Un nome è definito primitivo quando è costituito da una radice e da una desinenza. La radice , come abbiamo già detto, è la parte invariabile della parola, mentre la desinenza è la parte soggetta a dei cambiamenti dando, in questo modo informazioni come genere e numero della suddetta parola. La desinenza può variare in base al numero. Per esempio, nel cado della parola “Acqua“, la radice Acq- resta uguale, mentre la desinenza passa da A ad E nel passaggio dal singolare al plurale, dando come risultato la parola “Acque“.

Nel caso dei nomi derivati avviene il procedimento opposto. Infatti, partendo dalla radice del nome primitivo, si possono ottenere un numero infinito di parole con lo stesso campo semantico. Tutto ciò avviene usando prefissi e suffissi oltre a radice e desinenza. Un esempio ulteriore lo si può fare utilizzando come parola primitiva Acqua è Acquitrino, che sta a indicare una pozza d’acqua più piccola e probabilmente maleodorante. Utilizzando la stessa radice Acq-, si aggiungono poi la desinenza e il nesso diminutivo.

Questo articolo ci fa capire come la lingua italiana sia estremamente difficile e allo stesso tempo flessibile e sempre in movimento. Già nelle lingue classiche c’erano degli elementi intercambiabili, cioè suffissi, prefissi, desinenze, che consentivano di rendere molto variegata la grammatica e il lessico. Le cosiddette lingue neolatine, tra cui l’italiano, hanno mantenuto questa caratteristica, regalandoci tantissimi nomi primitivi e derivati con cui esprimerci. L’italiano è in continua evoluzione, con nuove parole: per questo i dizionari si aggiornano sempre.

Origini della lingua italiana

Quali sono i nomi derivati

Perché la lingua italiana è così difficile? Forse perché è affascinante, ricca di storia e deriva dall’altrettanto difficile latino , la lingua utilizzata durante l’impero Romano che ha dato vita a molte lingue. La lingua italiana è una lingua romanza in quanto insieme allo spagnolo, portoghese, francese e rumeno derivano dalla lingua latina. Esse sono il risultato dell’evoluzione non tanto del latino classico quanto del volgare, parlato dalla maggior parte della popolazione.

L’area in cui queste lingue si sono sviluppate, e sono ancora parlate nelle loro versioni contemporanee, viene chiamata Romania e corrisponde alla parte europea occidentale dell’impero romano, esclusa la Britannia, con l’aggiunta di altre isole linguistiche neolatine minori diffuse nelle zone balcaniche.

Nel Nord Africa,  l’invasione araba del VIII secolo ha cancellato ogni traccia di volgare latino che vi si era sviluppato, mentre la persistenza dell’impero nella sua porzione orientale, con l’impiego prevalente della lingua greca a livello ufficiale, ha impedito la diffusione popolare del latino, prevenendo sviluppi linguistici analoghi a quelli occorsi nella porzione occidentale.

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