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Quali sono i poeti maledetti?

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Quali sono i poeti maledetti. La definizione del poeta maledetto viene dal poeta francese Paul Marie Verlaine (1844-1896) o Les poètes maudit, la prima edizione pubblicata nel 1884 e contiene alcuni testi di poeti francesi oltre ai testi di Verlaine. Arthur Rimbaud (1854–1896), 1891), Tristan Corbière (1845–1875) e Stéphane Mallarmé (1842–1898).

Una versione aggiornata fu pubblicata nel 1888 con opere della poetessa francese Marceline Debordes Valmore (1786-1859), degli scrittori francesi Auguste de Villiers de l’Adam (1838-1889) e Pavre Leliana (Pavre Leliana, pseudonimo e anagramma di Paul Verlaine). Nella sua opera, Verlaine li definisce “cattivi poeti” e li descrive come anticonformisti, traditori, innovatori e “poeti assoluti”.

Quali sono i poeti maledetti

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Quali sono i poeti maledetti?

Poeta e scrittore francese Charles Baudelaire (1821-1867) per i suoi pensieri e le sue opere, tra cui ricordiamo, Les Fleurs du Mal, Il fiore del male lo seguì, a poeti che sono considerati uno dei precursori del poeta maledetto. 

Il concetto di poète maudit costituisce il mito del pensiero romantico e domina l’ideologia della poesia di fine Ottocento. La sua immagine determina uno stato di disagio nei confronti della società, seguito da una tendenza all’isolamento, alla ribellione e alla provocazione. L’incoscienza di questo stile di vita si esprime nella tendenza all’uso di alcol e droghe alla ricerca di esperienze intense per provocare sensazioni e situazioni estreme, e una tendenza all’autodistruzione.

Interpretazione dei testi

Quali sono i poeti maledetti

Gli scritti dei poeti maledetti sono spesso difficili da leggere e interpretare. Perché sentirsi incompresi porta a difficoltà e incapacità di esprimere la propria esistenza e diventare la propria prigione. L’anima sofferente e depressa, il poeta maledetto che soffre di dolore e ansia esistenziale, è attratto dal vizio e cerca il piacere, è un simbolo dell’angoscia umana che deriva dall’osservare il declino della società in cui vive. Descrivendo le dure realtà della vita, vedono la poesia come la realtà più alta, eterna e infinita.

La poesia diventa un modo per comprendere il significato della realtà. Attraverso un tripudio di emozioni, il poeta diventa un “veggente” e conferisce alla poesia il potere magico di penetrare e illuminare le verità profonde e segrete della vita e dell’anima. L’arte è nota per i suoi strumenti per esplorare l’ignoto attraverso il simbolismo e per penetrare nell’anima umana, nelle emozioni e nei desideri inconsci.

Il ruolo dell’assenzio

Bevanda preferita dei dannati poeti e artisti, l’assenzio è un distillato molto amaro con un’elevata gradazione alcolica. Si ottiene dai fiori e dalle foglie dell’artemisia, pianta erbacea da cui prende il nome contenente i semi di anice verde.
I colori vanno dal giallo pallido al verde smeraldo, con picchi nel 19° secolo e consumati con zucchero o ghiaccio.

Quali sono gli artisti maledetti?

Quali sono i poeti maledetti

L’appellativo di maledetto viene usato per definire anche artisti di epoche diverse che hanno alimentato questo mito; i poeti francesi:

  • François Villon (1431-1463),
  • Aloysius Bertrand (1807-1841),
  • Gérard de Nerval (1808-1855),
  • Lautréamont (1846-1870),
  • Petrus Borel (1809-1859),
  • Charles Cros (1842-1888),
  • Germain Nouveau (1851-1920)

Poeti maledetti in Italia

In Italia, seguendo il mito romantico dei malvagi, detto anche Malettismo, si sviluppa il movimento Scapigliatura, movimento a cui appartenevano i poeti Emilio Praga, Vittorio Ibrani, Giovanni Camerana, Iginio Hugo Tarchetti, Carlo Dossi e Antonio. , Ghislanzoni e Arrigo Boito. L’ideologia dei poeti maledetti si basa su idee ribelli e rivoluzionarie contro la società. I poeti appartenenti a questo movimento hanno solitamente acconciature piuttosto strane per l’epoca: capelli lunghi e spettinati, così tanti da poter essere identificati come “Scapigliati”.

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Morte, indifferenza e ribellione sono gli elementi fondamentali della maledizione. Si può vedere che deriva dal presupposto che è impossibile esprimere l’esistenza di un artista nella società moderna. La società borghese è la prigione di un artista e l’artista cercherà un’espressione che alla fine porterà allo scapillarismo, al dadaismo e alla segretezza.

Il caso Arthur Rimbaud

Quali sono i poeti maledetti

Arthur Rimbaud è un caso a parte. La rottura con questo mondo letterario diventa evidente quando guardiamo alla lettera di Rimbaud contenente il poema Ce qu’on dit au Poète à propòs de Fleurs a Theodor de Venville del Parnaso. Rimbaud è già molto sotterraneo oltre il muro quando brucia la scena e scrive Une Saison en Enfer. Ha epurato tutto ciò che poteva toccarlo nel mondo, compresi gli ideali formali e poetici, e si è imprigionato in Baudelaire e in tutto il suo passato, a giudicare dal fatto che viveva in un ambiente eccessivamente artistico.

Per Rimbaud, la poesia è un modo per cogliere l’essenza profonda della realtà. Il poeta è un veggente capace di rivelare questa realtà sconosciuta, ea questo proposito Rimbaud riafferma il completo disordine dei sensi nella sua lettera a Paul Demeny del 15 maggio 1871, la cosiddetta “Lettera del veggente”, che è particolarmente importante per ottenere il raggiungimento dell’Ignoto.

Sviluppi moderni del Maledettismo

Quali sono i poeti maledetti

Il nome fu utilizzato anche dal poeta italiano di fine Ottocento Olindo Guerrini, o più precisamente da un altro scrittore italiano, Dino Campana. In effetti, l’influenza di quest’ultimo nell’opera di Canti Orfici è molto evidente.
La poesia e la musica di Jim Morrison hanno forti connessioni moderne con i “modites”, in particolare Rimbaud. Il mito dell’artista maledetto risuona allo stesso modo con molti gruppi e cantanti jazz e rock. In particolare, Patty Smith è stata soprannominata “The Priestess of the Rock World”.

Quindi, essere un poeta maledetto non significa solo abituarsi all’alcol, alle droghe e alle forme di fuga “artificiali”, essere un poeta maledetto significa anche condurre una vita fuori dalla società. Ecco i colpi di scena che si sono succeduti in Francia per tutto l’Ottocento), come una specie di “snob”: del resto i maledetti poeti non parlavano dei poveri nelle loro opere. Quell’anno, tuttavia, si dedicarono alla rappresentazione discreta dei singoli personaggi, delle ricerche estetiche e autoreferenziali del poema.

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